FAUSTO TAVERNITI |
Come capita a tanti, finché un qualcosa non ci tocca personalmente, siamo portati a non considerare sufficientemente l'importanza di un
qualsiasi evento di cui veniamo a conoscenza. Ma quando succede un
qualcosa che ci coinvolge emotivamente e ancor più negli affetti, allora
qualunque altro impegno che consideravamo irrinunciabile
passa in secondo piano e vengono sollecitate considerazioni e riflessioni sino a quel momento forse anche sottovalutate.
Nel
mio caso la violenza subita da mia madre, vittima per la terza volta in
sei mesi di scippi e in ultimo di una efferata rapina con violazione di
domicilio e sequestro di
persona.
Nella
cronaca mia madre è descritta come un'anziana pensionata, ma colei che
per altri è considerata un'anziana donna, di fatto è ancora oggi un'arzilla e bella signora dedita
alla lettura, allo studio e nel tempo libero alle parole crociate, che confermo evidentemente mantengono sempre il cervello in attività.
Quindi
non una rimbambita vittima, ma una persona cosciente che subisce
violenze ripetute, quando meriterebbe un po' di tranquillità dopo
quarant'anni trascorsi nell'insegnamento
dell'educazione fisica e come insegnante ISEF.
Gli
episodi di violenza subiti si sono consumati a Vasto in provincia di
Chieti, ma so bene che sarebbe potuto capitare in qualunque altra parte
d'Italia e forse del mondo.
Allora la riflessione che scaturisce è quella che certamente la nostra
società, così evoluta, tecnologica, che si autodefinisce
post-industriale, assicura poca attenzione agli anziani.
Anche
noi figli siamo portati a giustificare le nostre assenze con il
pretesto del lavoro e degli impegni. Poi succede qualcosa che sconvolge
tutto e ci fa, almeno per un momento,
tornare più normali, riportando l'attenzione dove invece è giusto sia
riposta più costantemente.
La stessa attenzione però che vorremmo fosse riposta dalle Istituzioni, dai Comuni di residenza e dalle Forze dell'Ordine a tutela degli anziani.
Nella
vicenda specifica riportata anche nelle cronache giornalistiche (forse
anche per questo!) ho ricevuto tantissimi messaggi di solidarietà e ho
personalmente parlato con
le più alte Cariche Istituzionali del territorio ,
in questo caso dell'Abruzzo. Ma episodi del genere si verificano
quotidianamente e spesso rimangono nelle denunce raccolte dall'Autorità
di Pubblica Sicurezza e nelle indagini di Polizia Giudiziaria.
Il
problema però di fatto rimane per gli anziani. Le città non sono più a
loro misura e si vive forse meglio nei paesini dove c'è un controllo
tra casa e casa e più personale
tra Istituzione e cittadini.
Pensiamo
così che non bastano le politiche sociali ma occorrono fatti quotidiani
perchè per gli anziani il tempo non è così indefinito: ogni ora che
passa deve essere trascorsa
con serenità, recuperando entusiasmo e voglia di vivere.
A
me dispiace che l'ennesima violenza subita da mia madre sia capitata
nel pieno della stagione estiva di Vasto, con un'attenzione maggiore
nella scelta delle località ideali
dove trascorrere serenamente le vacanze. Vasto è la città dove
vent'anni fa mio padre e mia madre avevano scelto di vivere e di lì a
poco mio padre anche di lasciarci.
Proprio
nei racconti di mio padre, con la fantasia dello scrittore, Vasto mi
veniva descritta come un luogo ideale, una realtà al di fuori delle
esclusive logiche di consumo,
caratterizzata da rispetto delle persone e reciproca collaborazione
anche con le Istituzioni.
Io
penso che Vasto, come mille altri città, non sia il Bronx.
Altrettanto però penso che sia necessario domandarsi perchè una signora,
benché anziana, venga costretta a rientrare
in casa, consegnare il poco denaro in possesso, caricata in una
macchina e, terrorizzata, consegnare nelle mani dell'aguzzino di turno
il denaro contante costetta a prelevare nella banca dove nessuno si
accorge di trovarsi di fronte una persona sotto shock
che sta prelevando 1.500 euro.
La stampa ha riportato questo episodio, così come avrebbe potuto e dovuto parlare di tante violenze consumate negli ultimi tempi anche a Vasto.
Ritengo,
ancor più oggi, importante il ruolo di Giornalisti e Comunicatori,
accanto alle Istituzioni e alle Forze dell'Ordine per informare, mettere
in guardia e prevenire
episodi di violenza ripetuti nelle nostre città. Non permettendo più a
nessuno di renderci magari complici di diffusa indifferenza.
Fausto Taverniti
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