La crisi economica imperversa
ormai da anni nel nostro paese peggio che in altri, aggravata dalle politiche
di austerity imposte da un'Europa che ha bacchettato l'incapacità dei governi
italiani nel frenare lo spaventoso l'aumento del nostro debito pubblico. La
crisi colpisce i cittadini con sempre maggiore forza e, a dispetto
dell'ottimismo ostentato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, i dati
sulla disoccupazione, sulla produzione industriale, sul dilagare della povertà
in Italia ecc., non ci consentono di sorridere.
Le politiche economiche si sono
rivelate inefficaci e molti cittadini italiani, dimostrando di avere più
risorse di molti dei politici e dei tecnici nostrani, sono tornati alle origini
coltivando piccoli orti, allevando piccoli animali e, nelle zone di mare,
operando la piccola pesca.
Come eletto in Senato del
Movimento 5 Stelle, un movimento nato dalle istanze dei cittadini dimenticati
dai partiti, intendo farmi portavoce di un problema che colpisce la piccola
pesca dal Nord al Sud delle nostre coste, ovvero la pesca che viene effettuata nell’ambito delle tre miglia marine. Nel mio territorio di
provenienza, la zona del vastese in Abruzzo, le licenze rilasciate ai piccoli
pescatori sono circa 100 e sono quindi circa un centinaio le famiglie che
vivono grazie a questa particolare forma di pesca, un'attività ittica
apprezzabile anche per il suo innato rispetto dell'ambiente marino, tema che ho
particolarmente a cuore. Possiamo solo immaginare quante famiglie vivano o
siano supportate da questa attività nei quasi 7.500 km di coste dell'Italia.
I piccoli pescatori si scontrano però con l'azione di
alcuni pescherecci, una minoranza fra i tanti che lavorano onestamente, i quali
utilizzano le reti a strascico sotto costa e operano dunque nell'illegalità,
spesso pescando non oltre limite imposto delle 3 miglia marine, una linea di
confine posta a tutela sia della piccola pesca che della fauna marittima. Un
utilizzo scriteriato delle reti a strascico comporta la distruzione del
novellame e, fin troppo di frequente, anche delle attrezzature dei pescatori.
Insieme agli operatori del settore, ovvero ai piccoli
pescatori, seguendo la vocazione del Movimento 5 Stelle di essere un movimento
partito dal basso, abbiamo individuato una soluzione che potrebbe essere
adottata in tutti i litorali italiani. Parlo dell posizionamento in mare di
scogli tripodi. Allocati
a distanza l’uno dall’altro, gli scogli tripodi avrebbero un valore dissuasivo
ed inibitorio alla navigazione dei pescherecci in area vietata, sortendo un
effetto benefico sull'habitat marino, favorendo il ripopolamento della flora e
della fauna.
La loro installazione, già effettuata con buoni risultati
in altre realtà geografiche, avrebbe un costo limitato e non comporterebbe,
salvo casi particolari, di alcuna spesa di manutenzione.
Ci impegneremo, con tutti gli strumenti democratici a
disposizione del MoVimento 5 Stelle, nel trasmettere questa proposta nata dai
cittadini alle opportune sedi istituzionali. Agiremo non non soltanto
localmente, con i nostri consiglieri in Regione Abruzzo, non solo a livello
nazionale, attraverso la mia azione in Senato, ma anche a livello europeo,
presentando l'idea dei nostri piccoli pescatori agli eurodeputati presenti
nella Commissione PECH in Europa.
Cittadino “senatore” Gianluca Castaldi
(M5S)
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