Economia: la frenata della locomotiva tedesca





di NICOLA SALERNI

In un'anomala estate, poco calda e poco movimentata, arriva, come un fulmine a ciel sereno, la notizia sulla frenata dell'economia tedesca. I dati sulla mancata crescita del paese della Merkel, giungono al termine di una settimana che già aveva visto pubblicare le performance negative di altre nazioni come l'Italia e la Francia, numeri che fanno il paio con una ripresa che, a discapito delle previsioni, sembra non decollare affatto.
Ora tutti a cercare i motivi di questo brusco stop e le possibili soluzioni per scongiurare la diffusione di una nuova ondata di pessimismo nell'opinione pubblica europea. Ovviamente una ricetta magica non c'è e, soprattutto, a causa dell'eterogeneità degli scenari delle singole nazioni, non è possibile individuarne una che sia valida per le diverse situazioni. 
E allora cosa fare? Da una prima superficiale riflessione, verrebbe da pensare che allentando i rigidi parametri imposti ai conti pubblici dei paesi dell'eurozona, forse qualcuno potrebbe tornare ad investire e, quindi, a spendere, dando in tal modo un po' di ossigeno all'asfittica economia del vecchio continente. Magari escludendo dal patto di stabilità alcune tipologie particolari di investimenti.
Già, questa anche se banale, potrebbe essere una soluzione. Non dobbiamo però dimenticare che tra i paesi dell'Europa unita c'è anche il nostro, pronto come sempre, in assenza di rigide e specifiche indicazioni, ad interpretare, più o meno liberamente, il significato di termini quali "allentamento", "maggiore spesa" e via discorrendo. Questa prima eccezione, da sola, ci fa comprendere come non ci sia bisogno di interventi estemporanei che individuino la soluzione al problema del momento.
Torniamo dunque al problema principale, quello di una vera politica unitaria dell'Unione Europea, che non si fermi alla sola moneta unica, ma che sia in grado di fornire una strategia unica per i ventisette paesi aderenti e che non tenga conto esclusivamente delle esigenze di alcune nazioni quali, ad esempio, Germania e Francia.
Che sia la volta buona? Ce lo auguriamo tutti. L'auspicio è che da questa tremenda e interminabile crisi, il progetto europeo che avevano in mente i padri fondatori dell'Unione, Adenauer, De Gasperi e Schumann, possa trovare il suo definitivo compimento.


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