Settembre: tempo di nuovi progetti e di bilanci estivi.
Qualcuno parla di clima da guerra fredda, tuttavia il termometro della politica
internazionale ha registrato temperature elevate su più fronti. La Siria,
l'Iraq, l'Ucraina, l'Iran. Realtà molto diverse tra loro, eppure gli attori in
campo sono pressoché gli stessi, ogni volta celati dai contendenti locali e
caratteristici. L'America, sventolando la bandiera della pace e della
democrazia, eppure con decine di missioni in atto e la Russia, la quale, con
rinnovata ambizione espansionistica, ha conquistato la Crimea. Di difficile
definizione la variabile impazzita dell’Isis e la grande assente, la Cina. Le
quali, seppur con evidenti differenze, giocano un ruolo fondamentale in questo
precario equilibrio.
In mezzo al guado l'Europa, ancora una volta incapace di far
fronte unico e persa nei singoli interessi nazionali. I diritti civili sono una
bella cosa, ma: le sanzioni imposte alla Russia rischiano di distruggere
un'importante fetta di mercato e con l'inverno alle porte, il gas russo aumenta
ogni giorno il suo valore.
Pecunia non olet,
direbbero i latini, e il gas neppure, oserei aggiungere. Non è il trionfo del
cinismo, è la storia di tutte le guerre, da Caino e Abele in poi. Un solo
obiettivo: salvaguardare il proprio territorio, i propri interessi. Dalla
stanza dei bottoni arrivano a tutto volume proclami, minacce e accuse,
accompagnati da un malcelato brusio di accordi segreti che decideranno
effettivamente le sorti del mondo.
Nell'epoca delle comunicazioni, dei social networks, degli
smartphones, un cittadino occidentale non ne sa molto di più di un contadino di
una remota campagna siriana, in fondo.
Le voci sono contraddittorie, si sovrappongono. E spesso
sono false.
Solo una si innalza su tutte, ma con tono gentile. Una voce pescataalla fine del mondo, ma ora al
centro della Cristianità. Super partes
al di là di ogni dubbio, non cede alla facile trappola del conflitto religioso.
Le sue parole sono pesanti come pietre e rispondono appieno al suo titolo di
Pontefice, pontifex costruttore di
ponti. Ponti per unire sponde, per accordare divergenze e raggiungere interessi
collettivi partendo da quelli individuali.
Egli legge nel cuore dei signori della guerra la frase "A me che importa?" e li
invita a cancellarla per andare incontro agli altri. Aldilà del credo, della
nazionalità, delle idee, della sessualità. Incontro ad altri esseri umani, per
abbracciarli come fratelli.
Il suo è un messaggio universale e per chi non crede, è un
dono raro. Egli non promette ricompense per l'aldilà, ma auspica una pace terrena. Egli accende un lume in
questi tempi bui.
Il dono di Papa Francesco è accanto ad ognuno, basta
chinarsi a raccoglierlo.
L'unica speranza per la pace è che si apra la stanza dei
bottoni e i signori della guerra, i potenti del mondo, raccolgano il loro dono.
Una volta aperto, troveranno una gomma per cancellare ed eliminare quell'odiosa
scritta dai loro cuori.
(A mia sorella e alla
sua intramontabile fede, è grazie a lei se ho scorto il dono accanto a me)
Arianna Tascone
studentessa universitaria e vincitrice Premio Libero Grassi 2011 con l'intensa "Lettera al caro estorsore"
studentessa universitaria e vincitrice Premio Libero Grassi 2011 con l'intensa "Lettera al caro estorsore"
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