Domenica 8 febbraio: V domenica del tempo ordinario


V Domenica del Tempo Ordinario
Domenica 8 febbraio 2015

Guarì molti che erano afflitti da varie malattie (Mc 1,29-39).

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse loro: “Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”. E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

L’azione di Gesù verso i malati di ogni tipo, implica un’azione di lotta contro il male a 360 gradi, senza lasciare nessun ambito umano in cui si possa annidare il male, per eliminare le cause della sofferenza. La varietà delle malattie rimanda alla varietà dei mali che colpiscono l’uomo come singolo ma anche come società: in ambito politico, economico, culturale, affettivo, religioso. Nulla di quanto è umano mi è estraneo, diceva un autore antico latino e ciò è tanto più vero per il cristiano. La scelta di occuparsi solo degli interessi della propria religione, fatta dalla chiesa nel tempo, ha portato a vedere il male solo quando era messa in dubbio la centralità della chiesa stessa nella società, facendo legittimare in tal modo tante dittature disumane come il nazismo e il fascismo perché davano privilegi alla chiesa e criticando invece il comunismo, anche nelle istanze positive che presentava, non per la sua attuazione disumana, ma in quanto nemico della fede o, meglio, dell’istituzione religiosa. Chi, come Oscar Romero, finalmente riconosciuto come martire dalla chiesa, lottava contro le ingiustizie perpetrate da regimi che intrallazzavano anche con le gerarchie ecclesiastiche e ostentavano devozione, è stato accusato di essere sovversivo e comunista, fiancheggiatore dei nemici della chiesa perché osava farsi voce delle sofferenze dei poveri. Gesù non ha fatto selezione, ma si è prodigato contro ogni sorta di malattia e altrettanto ha chiesto ai suoi discepoli. E soprattutto ha insegnato a non adagiarsi sugli allori degli onori resi da una società, ma si è messo sempre in movimento per stanare il male in ogni luogo dove si annidava. Molti cristiani nei secoli (pensiamo ad alcuni ordini religiosi) si sono fatti carico di alcuni mali promuovendo, ad esempio, la salute e l’istruzione. L’essersi fermati a questo però ha portato nel tempo quegli stessi ordini religiosi a gestire cliniche di lusso e scuole d’elite. L’andare altrove di Gesù indica a noi cristiani di oggi la necessità di chiedersi in ogni generazione e latitudine geografica dove si annidano i mali dell’uomo e impegnarsi senza riserve per combatterli, per non rischiare di fermarsi in un solo luogo o guardare in una sola direzione e dichiarare quindi morto il senso della nostra missione.
Don Michele Tartaglia
Parroco Cattedrale Campobasso


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